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da €10 a 15
Con The Dry Piece | XL Edition la coreografa Keren Levi porta in scena una poetica indagine sulla percezione del corpo femminile nella società contemporanea e sulla relazione tra l’ideale di bellezza e l’identità delle donne.
Capace di mutare estetiche e temi pur tenendo salda l’attenzione alla danza e al movimento, il lavoro della coreografa di Amsterdam, nasce in stretta collaborazione con i suoi performer e si nutre della loro soggettività. In The Dry Piece la scena teatrale è utilizzata come un tool di photoshop o come uno spazio in cui glamour e fatica convivono nel corpo nudo delle danzatrici, osservate attraverso i colori delle proiezioni video.
Due sono infatti le fonti alle quali Levi si inspira per questa coreografia: da un lato le creazioni di Busby Berkeley, celebre regista di musical degli anni ‘30, dall’altro il testo politico The Beauty Myth firmato da Naomi Wolf, accusa al maschilismo e al modo in cui gli ideali di bellezza (spesso sconfinanti nel pornografico) siano utilizzati contro la libertà delle donne.
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>> bit.ly/REf18_drypieceEN <<
from €10 to 15
With The Dry Piece | XL Edition, choreographer Keren Levi stages a poetic investigation on the perception of the female body in contemporary society and on the relationship between the beauty ideal and the identity of women.
Able to change aesthetics and themes while maintaining attention firmly on the dance and movement, this Amsterdam choreographer’s work arose in close collaboration with her performers, feeding on their subjectivity. In The Dry Piece, the theatrical setting is used as a Photoshop tool or as a space in which glamour and hard work coexist in the naked body of the dancers, observed through the colours of the video projections.
In fact, there are two sources of inspiration for Levi’s choreography: on the one hand, there are the creations of Busby Berkeley, the famous music director of the 1930s, and on the other the political text The Beauty Myth by Naomi Wolf, which indicts male chauvinism and the way in which the ideals of beauty (often verging into the pornographic) are used against women’s freedom.